Già il patrocinio dell’evento dimostra l’importanza attribuita al trattato. Oltre all’UDC del Can-tone di Berna, il comitato organizzativo era composto dall’UDC Donne del Cantone di Berna e dalle due sezioni locali dell’UDC dell’Emmental, Langnau e Lützelflüh. La partecipazione di 700 cittadini ha dimostrato il grande interesse del popolo svizzero. L’evento è stato organizzato e moderato dalla consigliera nazionale Katja Riem e dalla Granconsigliera Stephanie Garten-mann.
Pagare e non avere più nulla da aggiungere
La Consigliera nazionale e imprenditrice Magdalena Martullo-Blocher ha sottolineato le conseguenze negative sulla democrazia diretta. Il popolo, il Parlamento e i loro diritti sarebbero “svaniti” a causa della conclusione dell’accordo, che in molti aspetti prevede l’adozione automatica delle norme. Il Consiglio federale ha già dimostrato di essere disposto a sacrificare i diritti democratici proponendo di rinunciare al referendum obbligatorio sul pacchetto di accordi, in modo da aggirare la maggioranza dei Cantoni. Nella storia della Confederazione non è mai accaduto che una questione così importante non fosse automaticamente sottoposta al Popolo e richiedesse anche la maggioranza dei Cantoni.
L’opposizione al pacchetto di accordi è importante affinché in futuro non siano giudici stranieri a decidere sul destino della Svizzera. Inoltre, i pagamenti annuali di miliardi di franchi all’UE in crisi rappresentano un onere aggiuntivo enorme per i contribuenti svizzeri. L’immigrazione sarà ulteriormente alimentata dall’adozione parziale della direttiva UE sui cittadini dell’Unione, con un conseguente aumento della pressione sui sistemi sociali svizzeri, che potrebbe comportare una riduzione delle prestazioni sociali. Le soluzioni speciali in molti dossier, ad esempio nell’agricoltura e nell’immigrazione, si sono rivelate, a un esame più attento, soluzioni illusorie. L’accesso al mercato interno europeo e relazioni stabili con l’UE sarebbero possibili anche sulla base dei trattati esistenti. In un appassionato appello finale, ha invitato a opporsi al trattato: «No al diritto straniero – Sì alla libertà e al benessere».
Aumento della burocrazia e nuove normative e requisiti
Sotto la guida della Consigliera nazionale Katja Riem e della Granconsigliera Stephanie Gartenmann, l’ospite dell’evento Ernst Kühni, imprenditore e amministratore delegato della Kühni AG; Lars Guggisberg, Consigliere nazionale e direttore dell’Unione delle arti e mestieri di Berna; e Ursula Jakob-Schmid, imprenditrice e presidente delle PMI femminili di Berna, hanno discusso delle conseguenze per l’economia e il commercio. Si teme un enorme aumento della burocrazia, poiché oltre al trattato di 2‘000 pagine, l’economia, l’agricoltura e il commercio rischiano di dover affrontare 21‘000 pagine di nuove normative e requisiti nei settori dei trasporti, dell’immigrazione, della sanità, dei prodotti alimentari e dell’energia elettrica.
Anche nelle domande e nelle dichiarazioni del pubblico si percepivano grandi timori. Gli oppositori dell’accordo sono stati incoraggiati a difendere con tutte le loro forze i valori democratici e a combattere l’accordo.
